Alla Siciliana

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Alla Siciliana
Echi e suggestioni del folklore musicale nel repertorio vocale italiano


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Musiche di S. Coya, C. Grossi, G. Martoretta, C. Milanuzzi, G. Stefani, F. Muscari, V. Tozzi, A. Stradella, A. Scarlatti


 

 

   

Organico: 5 cantanti e 3 strumentisti. 
 

 

Nell’ambito della musica colta il termine “alla siciliana” è associato generalmente all’aria dolente e mesta in 12/8, tipica della commedeia pe’ mmusica napoletana, ma presente in tutto il repertorio settecentesco, da Bach a Händel, da Scarlatti a Corelli e Vivaldi. Questa tipologia costituisce tuttavia solo la più celebre riconfigurazione di altre modalità di evocazione musicale dell'Isola, che già a iniziare dall'Ars nova si usava associa re a composizioni sia vocali sia strumentali. 

Verso la fine del XVI secolo e per tutto il XVII circolavano composizioni musicali di varia estrazione, tra popolare e colta: arie, duetti, trii, accomunati però da un’importante quanto caratterizzante occorrenza: l’utilizzo di una particolare composizione poetica in lingua siciliana aulica chiamata canzuna, formata da otto endecasillabi a rima alternata. Questo fenomeno letterario, noto come Petrarchismo siciliano, e nato già alla fine del XVI secolo, produsse una copiosissima quantità di ottave, sciolte o riunite in poemetti, date in stampa oppure frutto di pratica improvvisativa, i cui esponenti più celebri furono il monrealese Antonio Veneziano e il nobile palermitano Luigi Eredia.

Il tema che maggiormente caratterizza le canzuni riguarda l’amore non corrisposto, variamente declinato attraverso: l’uso delle iper boli più audaci e raffinate sull’amante deluso; il ricorso alle sfumature psicologiche più sottili e realistiche del sentimento amoroso non ricambiato; la ripetitiva rimostranza della crudeltà della donna ritrosa, cui fa da ossimorico contrasto l’esaltazione della sua ineffabile bellezza; l’accorata partecipazione di tutti gli elementi della natura e del cosmo – eruzioni vulcaniche, temporali, belve feroci, usignoli, stagioni, stelle, pianeti – al lamento inconsolabile del poeta. Questi soggetti letterari, plasmati in un registro linguistico dialettale, pur sempre contenuto in una dimensione aulica, ne determinano l’unicità e la peculiarità stilistica. 

Questo concerto offre un panorama di alcuni esempi di tale originale quanto affascinante repertorio. Ne sono autori grandi compositori del periodo rinascimentale e barocco, quali Giandomenico Martoretta, Filippo Muscari, Carlo Milanuzzi, Giovanni Stefani, Vincenzo Tozzi. Tracce di questo repertorio sono state reperite in opere e cantate più tarde di autori quali Alessandro Stradella, Alessandro Scarlatti, Simone Coya. Tali arie non usano più la forma poetica della canzuna, ma ne conservano la denominazione e i tratti unici di un evocativo patetismo melodico. 

Santina Tomasello


 

 

 


 

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